1 Ve lo spiega la Patty. Non sempre è necessario saper fare tutto tutto.
1 Ve lo spiega la Patty. Non sempre è necessario saper fare tutto tutto.

1 Ve lo spiega la Patty. Non sempre è necessario saper fare tutto tutto.

1 Ve lo spiega la Patty. Non sempre è necessario saper fare tutto tutto.

Non ho mai desiderato essere single, infatti lo hanno desiderato per me i miei compagni allontanandosi con passo felpato come Snorki quando mi tira i fili della poltrona rossa del salotto.
E invece giù al pub da oltre 20 anni, dietro la figura vagamente guascona di Aaron, tiene saldamente le redini della baracca nonché della suo cuore, la pacifica Patty.
Anche lei transita con passo felpato dietro il bancone, ma Aaorn continua a esserne magneticamente attratto come le falene con le luci del portico.
Io e Aaron siamo amici da anni, ed è stato in uno sfigatissimo pomeriggio di aprile che ho scoperto il segreto della Patty.
Esco di casa lasciando le chiavi in casa. Shit. Capita a tutti ma a me mai, perché sono indipendente, super organizzata, quadrettata come il tartan, mai una piega.
Questa volta no, e come tutti gli orgogliosi e stupidi insieme mi incaponisco per una buona oretta a cercare di forzare la porta di casa. Alla fine, esaurita tutta la scorta di stupidità giornaliera a disposizione mi piego a chiedere aiuto ad Aaron.

Risponde serafica la Patty che con aria sorniona mi invita ad attendere un attimo che chiama il marito subito subito. E in quella manciata di secondi di ascolto mi si apre un mondo: nel  sottofondo dell’audio la sento che trilla, con vice flautata ma in qualche modo decisa : “caro vieni c’è la Hilly che ha un guaio che solo tu puoi risolvere”.
Mi sembra quasi di vederlo Aaron che smette di asciugare i bicchieri e occhieggiare le clienti, e anche il tempo in qualche modo resta sospeso mentre si precipita a rispondere non tanto a me quando alla Patty che di sicuro gli sta sorridendo con gli occhi.
Ecco, il segreto è questo: in quel “solo tu” è concentrato il significato dei loro 20 anni insieme. Non che Aaron sappia fare qualsiasi cosa, come ogni maschio che conosco le spara grosse spesso  a caso, ma nel patto di lasciarsi amare così, senza censure, si cela il privilegio del loro volersi bene.
Riattacco sconcertata, come quando si scopre una cosa ovvia che da secoli prende polvere sotto il nostro naso: cosa me ne faccio della mia autosufficienza? È un possedimento che non
posso spartire, lasciare, condividere, nemmeno alienare.

Intuisco che nella parola interdipendenza si cela il legame. Non un legaccio, ma proprio un filo sottile di seta, leggero, ironico, robusto al tempo stesso.
Non so se sono pronta per un abito di questo tessuto, ma mentre aspetto sotto una pioggia primaverile, una nostalgia sottile mi riempie l’anima.

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